
Sul ricco e intenso curriculum di Bruno Bulegato, vecchia conoscenza dell’associazione culturale A. Pizzinato, poche parole vanno spese data la celebrità dell’artista: una vita di pittura, professionista dell’arte universalmente riconosciuto dalla critica. In questa sede una sola cosa è d’obbligo tenere a mente per apprezzare fino in fondo la scelta di opere proposta: l’importanza determinante dell’attività di scenografo svolta da Bruno, un ruolo che a piena ragione egli sottolinea anche nel titolo dell’esposizione.
Bulegato opera con due distinte tecniche, entrambe composite ed elaborate. Ciò che a prima vista definiremmo come acquerello è invece qualcosa in più: un acquerello costruito su una base serigrafica e spesso complet
ato con un uso insolito del pennarello. A colpirci quale caratteristica peculiare del fare di questo pittore in questo primo gruppo di opere è certamente l’uso del nero: colore, o assenza di luce, che definisce prepotenti zone d’ombra, zone di determinata “arrabbiatura”, contrapposte con deciso “carattere” alle zone di tinte brillanti. Altrettanto elaborata la tecnica a olio, costruita in tre fasi successive e caratterizzata dalla stesura di corpose masse di colore, piuttosto che di superfici liquide. Il pennello viene quindi affiancato dalla spatola e l’artista procede a creare muri, tetti, balconi quasi come un muratore che stende tratti di intonaco.Elemento fortemente distintivo dello stile di Bruno è il colore,
giustamente definito quasi tridimensionale (A. Di Graci). Le tinte, disposte le une accanto alle altre, creano lo spazio e dai loro contrasti o dai loro accordi si accentua la profondità prospettica, si evidenzia lo scorrere dei piani verso il fondo dell’immagine. E’ quindi un uso del colore che viene da definire “costruttivo”, proprio per questa capacità di modellare la spazialità e di rendere la tridimensionalità dei soggetti rappresentati.I soggetti che vediamo rappresentati e che Bruno ama ritrarre sono i paesaggi, in particolare veneziani. Quella che scorgiamo anche in questa
raccolta è una Venezia particolare, personale, rivisitata a distanza dalla mente del pittore, spesso ricostruita dopo un’intima riflessione. Osservando un dipinto dietro l’altro, accostandoli anche nella mente come sono accostati lungo le pareti delle sale, possiamo renderci conto dello studio fatto dall’artista sul suo soggetto: un metodo che rimanda a famosi pittori impressionisti, i quali si sforzavano di cogliere uno scorcio, un paesaggio, un angolo nelle diverse ore del giorno, nelle diverse stagioni dell’anno, insomma colpito dalle infinite gradazioni della luce.I luoghi raffigurati, sia che si tratti di angoli veneziani che di scorci di campagna veneta caratterizzati da case coloniche immutate nel tempo, o ancora di pittoreschi paesini laziali abbarbicati sulle dolci pendici appenniniche, hanno la peculiarità specifica e qualificante di avere un forte vissuto storico, che li pone spesso al di fuori di una precisa collocazione temporale. Il modo di disporsi delle case, delle pareti, dei parapetti, dei ponti attorno ai campielli veneziani o lungo le vie dei borghi storici rivela con forza la grande capacità scenografica di Bulegato: gli elementi che compongono i paesaggi si dispongono in modo tale da creare una vera e propria quinta scenica, davanti alla quale ogni osservatore può immaginare lo svolgersi della pièce, di fantasia come di reale vita vissuta.
In quest’ultimo caso è l’osservatore stesso a configurarsi quale attore e a rappresentare la propria vita davanti alle “finestre scenografiche” ideate da Bruno e appese alle pareti. Questi paesaggi sono quindi come dei “luoghi ideali”, all’interno dei quali chiunque può essere protagonista nel momento in cui si pone in relazione spaziale con il dipinto.

Un’ultima riflessione che in questa sede va proposta è certamente sul ruolo della presenza o, meglio, dell’assenza umana nei paesaggi. E’ una presenza sfuggente, intuibile solo dagli indizi della vita quotidiana. Compaiono rare figure sofferenti e poche maschere, dietro alle quali immaginare a seconda dell’umore e dell’esperienza, una esistenza o un simbolo positivo o negativo. Quindi una riflessione in se stessa e un invito alla riflessione.
A Bruno Bulegato l’augurio di una serena prosecuzione dell’attività pittorica, per ritrovare il gusto di rappresentare il mondo e di rappresentarsi con il proprio bagaglio di esperienza umana, e per catturare ancora l’entusiasmo della ricerca di nuovi esiti formali.
Lara Sabbadin

Ciao, vorrei sapere quanto puo valere un quadro di Bulegato?
RispondiEliminaCordiali salutti
boh
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RispondiEliminaSalve, per sapere il valore di alcune opere di B. Bulegato di cui sono in possesso a chi mi devo rivolgere?
RispondiEliminaSalve, per sapere il valore di alcune opere di B. Bulegato di cui sono in possesso a chi mi devo rivolgere?
RispondiEliminaSALVE PER SAPERE UNA VALUTAZIONE DI UN OPERA DI BRUNO BULLEGATO MI POTETE DARE QUALCHE INDICAZIONE DOVE POSSO TROVARLA GRAZIE
RispondiEliminaBuongiorno ho un acquerello del l artista Bruno Bulegato 2004 quanto può valere
RispondiEliminaSalve, vorrei sapere il valore di un quadro che ho di Bulegato 72. Come devo fare??? Grazie
RispondiEliminaNessuno risponde alle richieste. Meglio cercare altrove
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